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sabato 7 febbraio 2015

GUERRIERI BUDDISTI SHOEI

I guerrieri buddisti Shoei credevano che:

"Prima si combatte con la mente poi con la spada"


http://it.wikipedia.org/wiki/S%C5%8Dhei


Sōhei (僧兵, letteralmente "Monaco soldato") è un termine della storiografia giapponese che indica i gruppi paramilitari associati ai templi buddhisti in età medievale, nei quali militavano laici e monaci ordinati. Il termine coevo più comune era akusō (悪僧, "monaco cattivo" in senso lato, cioè "in armi"). Il loro potere fu storicamente rilevante in quanto giunsero a costringere alcuni Daimyō a collaborare con loro. Nati in ambito buddhista nel IX secolo, i monaci guerrieri rimasero in vita fino al 1580 quando gli shogun compresero che la loro esistenza rappresentava un grave pericolo per l'unità del Paese. Prima Oda Nobunaga, poi Hideyoshi Toyotomi assestarono un colpo mortale agli eserciti dei monasteri.
Gli Sōhei conservavano molte somiglianze con i "monaci guerrieri" degli ordini monastici europei (vedi Cavalieri Teutonici). Tuttavia, a differenza di questi, si consideravano appartenenti al medesimo ordine religioso anche tra nemici. Le basi dottrinali che poterono consentire a dei monaci buddhisti di prendere le armi e usare la violenza sono riscontrabili nel Mahayana Mahaparinirvanasutra (大般涅槃經, giapponese Dainehankyō, Sutra mahayana del Grande passaggio al di là della sofferenza) importantissimo sutra buddhista di originesanscrita trasferito in Cina intorno al V secolo della nostra Era e da qui, poco dopo in Giappone. Di derivazione Mahayana, questo sutra, che evidentemente risente delle distruzioni dei monasteri buddhisti operate dagli Unni bianchi in Asia centrale intorno al IV e V secolo d.C., invita i laici, e non solo, a prendere l'armi per difendere il Dharma buddhista dagli aggressori.[1] Va tenuto inoltre presente che la maggior parte degli Sōhei erano monaci delle scuole TendaiHossōShingon e in seguito Jōdo (Ikkōshū, 一向宗). I monaci Tendai e (come d'altronde anche gli Zen) erano ordinati secondo le piattaforme monastiche di derivazione Tendai e quindi non seguivano il Vinayamonastico tradizionale, ovvero i 250 precetti contenuti nel Cāturvargīya-vinaya (Quadruplici regole della disciplina, 四分律 giapponeseShibunritsu) ma solo i 58 precetti del Brahmajalasutra (梵網經, giapponese Bonmō kyō, Il Sutra della rete di Brahma)[2].

domenica 8 giugno 2014

NUMERI CINESI 4 E 9

Diomiooooooooo quanta saggezza in questi cinesi!!!

"Per i cinesi, i numeri quattro e nove sono molto important. Nove si pronuncia jiu, la stessa parola che vuol dire "lungo" ed "eternamente", ed è sempre stato associato alla longevità e alla buona sorte; poi è stato collegato agli imperatori.

Mentre quattro si dice si, che significa anche "morte". Ed è sempre stato considerato infausto."

Tratto da L'ESERCITO FANTASMA di S. Berry p. 297

sabato 3 agosto 2013

ABRACADABRA

ABRACADABRA... nell'immaginario collettivo oggi è considerata quasi una parola magica. La parola è ebraica e a detta di qualcuno sarebbe una forma di "malocchio" scagliato verso qualcuno.

La pronuncia corretta dovrebbe essere "abreq ab habra" e la traduzione dovrebbe essere: "INVIA IL TUO FULMINE FINO ALLA MORTE"

In poche parole un malocchio giudaico!






domenica 21 luglio 2013

ET IN ARCADIA EGO

Dopo il "famoso" dipinto dei PASTORI D'ARCADIA (1640) di Nicolas Poussin di cui ho già parlato anche legato al mistero di Renne le Chateau...







Volevo aggiungere che lo steso Poussin nel 1627 ha dipinto un secondo dipinto con il medesimo soggetto intitolato "LA FELICITà SOGGETTA ALLA MORTE" ma oggi è meglio conosciuto come I PASTORI D'ARCADIA II



Weeee come che sto pittore non avesse altro da dipingere! anche in questo secondo quadro un sepolcro raffigurante la scritta: ET IN ARCADIA EGO.


Già ET IN ARCADIA EGO... che significa semplicemente "E in arcadia io", ma che se lo anagrammiamo scopriamo la frase: "I tego arcana dei"... IO NASCONDO I SEGRETE DI DIO.

(Pag 165 Le ceneri di Alessandria Steve Berry)


Per ci vuole vedere il dipinto a dimensione decente da potere leggere la fatidica frase. http://lenostretesine.altervista.org/Alessandro/poussin1.htm


Alto link che se siete interessati all'argomento vi consiglio di leggere, non è un link di qualche sito di pazzi visionari, ma bensì una pagina di Wikipedia...

http://it.wikipedia.org/wiki/Et_in_Arcadia_ego

STESURE DELLA BIBBIA



La Bibbia che conosciamo oggi è a 5 gradi di separazione linguistica dalla prima che sia stata scritta. La Bibbia di re Giacomo si proclama autorizzata e originale, ma questo non comporta che sia autentica o anche solo fedele.

ESISTONO BIBBIE IN EBRAICO?

La più antica sopravvissuta è il Codice di Aleppo, salvato dalla distruzione in Siria nel 1948. tuttavia si tratta di un manoscritto del X secolo d.c., prodotto da chissà chi quasi duemila anni dopo il testo originale.

lunedì 22 aprile 2013

LA PIETRA NERA...

LA PIETRA NERA... 


Si ma ci sono cose che io sinceramente non riesco a capire!

LA STORIA:



La più famosa meteorite sacra (ammesso che lo sia effettivamente) è senza dubbio la Pietra Nera della Mecca. La tradizione vuole che sia una speciale meteorite divina, che pre-daterebbe la creazione, caduta dal paradiso al momento del peccato originale. 

E da qui tutto comincia con il primo testamento se non ricordo male!


Andata perduta, fu poi riscoperta da Hagar, la schiava di Abramo, scavando un pozzo per dissetare il figlio Ismaele, e che l’Arcangelo Gabriele aiutò a recuperarla.
Ma sto Arcangelo Gabriele...

Si dice che in origine fosse stata chiara, e così brillante che avrebbe illuminato tutto il mondo. 

La tradizione vuole che essa, in origine bianca, fu inviata da Dio ad Abramo, perseguitato da spiriti maligni che tentavano di condurlo alla perdizione. In segno di ringraziamento, Abramo fece costruire laKaabbah, un santuario di forma quadrata nel quale la pietra avrebbe potuto essere conservata nei secoli a venire. Tuttavia con lo scorrere del tempo la pietra mutò il suo colore, passando da bianca a nera. Questo perché, dice la tradizione, i fedeli che nell'atto della venerazione ne baciavano la superficie, trasferivano ad essa tutti i peccati commessi.

Solo con la fine del mondo, dice la tradizione, la pietra tornerà a brillare, nuovamente bianca, così da poter tornare in paradiso.

Secondo altre tradizioni questa pietra sarebbe l’unico pezzo rimasto del tempio originario costruito da Abramo. Fino ad oggi non è stato possibile analizzare in dettaglio la pietra nera, ma è possibile che si tratti di un frammento piuttosto grande di un’impattite simile a quella detta perla nera di Wabar, un vetro da impatto dei recenti crateri meteorici di Wabar, scoperti nel 1923 nel Sud dell’Arabia su indicazioni di una guida che conosceva una tradizione locale sulla distruzione dell’antica città di Qariya:

“Da Qariya il sole cade sulla città;
Non biasimare la guida che oggi la cerca invano,
perchè che il Potere Distruttivo l’ha abbattuta,
senza lasciare nè un grembiule di cotone nè un abito di seta”.


Residui della considerazione soprannaturale data ai meteoriti permangono ancora nella tradizione di esprimere di un desiderio alla vista di una stella cadente.

La Pietra Nera della Mecca (Alhajar Al-Aswad) è inglobata nell’angolo sudorientale della Ka’ba, 


attorno alla quale i pellegrini compiono ritualmente sette giri in senso antiorario, una pratica che fa riferimento al culto degli astri (i sette pianeti dell’antichità). La stessa pietra nera sembra essere stata oggetto di venerazione anche prima di Maometto, ritenuta caduta dalla luna.

martedì 9 ottobre 2012

CALCOLI GEMATRICI

I calcoli gemagrici non è altro che la semplice assegnazione di numeri alle lettere dell'alfabeto ebraico...

a (alpha ~ a) = 1
b (beta ~ b) = 2
g (gamma ~ g) = 3
d (delta ~ d) = 4
e (epsilon ~ e) = 5
V (stau ~ st/v) = 6*
z (zeta ~ z) = 7
h (eta ~ e) = 8
q (theta ~ th) = 9
i (iota ~ i/j) = 10
k (kappa ~ k) = 20
l (lambda ~ l) = 30
m (mu ~ m) = 40
n (nu ~ n) = 50
x (xi ~ ks) = 60
o (omicron ~ o) = 70
p (pi ~ p) = 80
J (dikappa ~ q) = 90*
r (rho ~ r) = 100
s (sigma ~ s) = 200
t (tau ~ t) = 300
u (upsilon ~ u) = 400
j (phi ~ f) = 500
c (chi ~ ch) = 600
y (psi ~ ps) = 700
w (omega ~ o) = 800
´ (digamma) = 900*
(* = lettere antiche. L'alfabeto greco ha 24 lettere.)

Con tale procedimento si cerca di calcolare che so... il numero della bestia nell'Apocalisse?


APOCALISSE...

" il futuro prossimo è fuso nel passato remoto."

Sapeva che la parola greca APOCALISSE significava "rivelazione", lettralmente "alzarsi di un velo", e sapeva  anche che l'argomento della fine dei giorni accomunava le tradizioni cristiane, giudaiche e islamiche attraverso credenze comuni come il giorno del giudizio, il paradiso e l'inferno.


INTERPRETAZIONE DELL'APOCALISSE:

"Il nome della stella è assenzio..." e questo è un passo dell'apocalisse di Giovanni.

In ucraino "artemisia" si dice Cernobil, la città prende il nome dalla pianta... e dall'artemisia si estrae l'assenzio. Un caso?

mercoledì 12 settembre 2012

IL QUATRE DE CHIFFRE

Il Quatre de Chiffre e un tipico simbolo della geometria sacra cioe'il marchio della maestria, la fase del processo alchemico della morte e della rinascita, in cui appare una croce che sotto l’effetto del triangolo, la Trinità, lo Spirito che agisce nella materia, si duplica passando dal quattro all’otto per terminare poi in un cerchio, lo Spirito.(Vedi foto Quatre de Chiffre).





"Fra gli antichi marchi corporativi ce n'è uno di carattere particolarmente enigmatico: è quello a cui si da il nome di QUATRE DE CHIFFRE, perchè ha l forma della cifra 4, alla quale si aggiungono spesso alcune linee supplementari.. Questo segno era comune a un gran numero di corporazioni e non sappiamo perchè uno scrittore occultista, che per giunta ne attribuisce del tutto gratuitamente l'origine ai Catari, abbia di recente preteso che esso appartenesse esclusivamente a una società segreta di tipografi e librai"

"A giudicare dall'uso che ne viene fatto, è proprio il caso di pensare he fosse essenzialmente un merchio del grado di maestro. C'è da notare che si trovano indifferentemente due orientazioni opposte del QUQATRE DE CHIFFRE; ora, quando è volto a destra invece di essere volto a sinistra secondo la noermale posizione della cifra 4, esso presenta una somiglianza particolarmetne notevole con la P del nonogramma di COSTANTINO"

CRISMON




IL CRISMON o MONOGRAMM DI COSTANTINO è una composizione di lettere greche X e P, ovvero CHI RO, le iniziali di Cristo. Sulla linea orizzontale pendevano altre due lettere greche, l'ALFA e l'OMEGA, che stavano a significare che Cristo è l'inizio e la fine, proprio in riferimento al passo dell'APOCALISSE

domenica 19 agosto 2012

AMICI

E poi ci sono gli amici...quella presenza fantastica che ti accompagna costantemente ogni momento della tua vita.

Grazie ragazzi, degli auguri... per ieri sera...grazie d'esistere!

venerdì 10 agosto 2012

MALACHIA



Chi era sto tipo?... un profeta e chi altri!

BREVE STORIA SPONTANEA

Nel 1140 la televisione non era ancora stata inventata e il vescovo irlandese Malachia che al momento aveva finito il suo sudoku e i solitari lo annoiavano da matti, decise così di punto in bianco di predire niente poco di meno che: "la successione dei papi" detto tra noi (a chi non sarebbe venuto in mente in un momento di noia!)... qualcuno dice che nella redazione di quest'opera ci fu anche lo zampino di San Berardo, ma lo sappiamo tutti che il ragazzo era più incline ad altri progetti tipo: imbottigliare acqua.

    

Torniamo a Malachia, allora il nostro vescovo non ci è dato a sapere se sapesse contare solo fino a 112 o se al 112° papa gli si venuto un intenso attacco di dissenteria ed ha dovuto causa forza maggiore abbandonare i lavori, fatto sta che a sentire lui i papi saranno 112... poi? Boh

Comunque questi scritti furono pubblicati per la prima volta nel 1595 da un monaco benedettino tal ARNOLD WION nel suo libro "LIGNUM VITAE".

Il casino è che le più di queste previsioni si sono avverate.

Le profezie di Malachia si riferiscono per lo più al luogo di provenienza dei pontefici, allo stemma della famiglia o anche a eventi storici che caratterizzeranno il suo pontificato. 

 La struttura tipo della premonizione:


111 De gloria olivae
Benedetto XVI (2005 - regnante)
Il successore di Giovanni Paolo II, il cardinale tedesco Joseph Ratzinger, viene indicato attraverso il segno dell'ulivo, simbolo di pace: egli stesso nella sua prima Udienza Generale del 27 aprile 2005 ha voluto richiamarsi a Benedetto XV, il Papa che tentò in ogni modo di porre fine alla prima guerra mondiale: "egli", ha detto Ratzinger, "fu coraggioso e autentico profeta di pace, e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra, e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio".
Ma, come è stato segnalato, Benedetto XVI presenta altre sorprendenti attinenze con il motto di Malachia. Innanzitutto i membri dell'ordine benedettino sono noti anche come "olivetani". Ancor più impressionante è il fatto che Ratzinger sia nato nel Sabato Santo del 1927, il 16 aprile, al culmine del periodo pasquale. Tutto il periodo è difatti sotto il segno dell'Ulivo, anche in considerazione del fatto che Gesù e i discepoli risiedettero per tutto il tempo proprio presso il Monte degli Ulivi, dall'ingresso in Gerusalemme fino all'arresto!





112 Petrus romanus
L'ultimo papa prima della fine del mondo. Il nome è quanto mai suggestivo: mentre Pietro I fu il primo pastore della Chiesa cattolica, detentore delle chiavi del cielo, Pietro II dovrà restituire il mandato e chiudere per sempre le porte del mondo. A quest'ultimo papa che chiude la profezia, Malachia ha voluto dedicare non un solo motto, ma alcuni versi latini:
"In persecutione extrema sacrae romanae ecclesiae sedebit Petrus romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibi transactis, civitas septis collis diruetur, ed Judex tremendus judicabit populum suum. Amen."
La traduzione è la seguente: "Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa, siederà Pietro il romano, che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni; quando queste saranno terminate, la città dai sette colli sarà distrutta, ed il temibile giudice giudicherà il suo popolo. E così sia."



Cliccate su questo link e potete leggere le profezie di ogni papa:




QUINDI.... se Ratzinger muore il 21 dicembre 2012, si potrebbero anche riunire un paio di profezie: 

QUELLA DI MALACHIA e QUELLA DEI MAYA..... ODDIO, LA FINE DEL MONDO!

sabato 28 luglio 2012

CODICI CIFRATI DAL PASSATO

- CODICE DI VIGENERE


Blaise de Vigenere pubblicò nel 1586 un trattato di cifre nel quale proponeva tra gli altri un codice che ebbe grande fortuna e che è ricordato con il suo nome. Si tratta del più semplice codice di sostituzione polialfabetica, e proprio per la sua semplicità ha goduto per secoli di una fama immeritata, essendo molto più debole di altri codici polialfabetici precedenti come ildisco dell'Alberti, o le cifre del Bellaso. Tale fortuna è durata fino a molti decenni dopo che era stato pubblicato un primo metodo di decrittazione: quello del Kasiski; e altri metodi di crittanalisi sono possibili.
Dal cifrario di Vigenere deriva peraltro il cifrario di Vernam, considerato il cifrario teoricamente perfetto.
Il metodo si può considerare una generalizzazione del codice di Cesare; invece di spostare sempre dello stesso numero di posti la lettera da cifrare, questa viene spostata di un numero di posti variabile, determinato in base ad una parola chiave, da concordarsi tra mittente e destinatario, e da scriversi sotto il messaggio, carattere per carattere; la parola è detta verme, per il motivo che, essendo in genere molto più corta del messaggio, deve essere ripetuta molte volte sotto questo, come nel seguente esempio:
Testo chiaro  - ARRIVANOIRINFORZI
Verme         - VERMEVERMEVERMEVE
Testo cifrato - VVIUZVRFUVDRWAVUM
Il testo cifrato si ottiene spostando la lettera chiara di un numero fisso di caratteri, pari al numero ordinale della lettera corrispondente del verme. Di fatto si esegue una somma aritmetica tra l'ordinale del chiaro (A = 0, B = 1, C = 2 ...) e quello del verme; se si supera l'ultima lettera, la Z, si ricomincia dalla A, secondo la logica delle aritmetiche finite.
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z
B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A
C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B
D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C
E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D
F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E
G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F
H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G
I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H
J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I
K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J
L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K
M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L
N O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M
O P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M N
P Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M N O
Q R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M N O P
R S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M N O P S
S T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M N O P Q R
T U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S
U V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T
V W X Y Z A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U
W X Y Z A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V
X Y Z A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W
Y Z A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X
Z A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y
Per semplificare questa operazione il Vigénère propose l'uso della seguente tavola quadrata, composta da alfabeti ordinati spostati. Volendo ad esempio cifrare la prima R di ARRIVANO si individuerà la colonna della R, quindi si scenderà lungo la colonna fino alla riga corrispondente della corrispondente lettera del verme (qui E); la lettera trovata all'incrocio è la lettera cifrata (qui V); la seconda R invece sarà cifrata con la lettera trovata sulla riga della R di VERME, e cioé con la I
Il vantaggio rispetto ai codici mono-alfabetici è evidente: la stessa lettera del testo chiaro non è sempre cifrata con la stessa lettera; e questo rende più difficile l'analisi statistica del testo cifrato e la decrittazione.
Chi riceve il messaggio per decifrarlo deve semplicemente usare il metodo inverso (sottrarre invece che sommare); riferendosi all'esempio di sopra si avrà:
Testo cifrato - VVIUZVRFUVDRWAVUM
Verme         - VERMEVERMEVERMEVE
Testo chiaro  - ARRIVANOIRINFORZI
si potrà decifrare la seconda V ricercandola nella riga della corrispondente lettera del verme, la E; la colonna dove si trova la V ha al primo posto in alto la lettera chiara, la R.




FONTE: http://critto.liceofoscarini.it/critto/vigenere.htm


E SU STO FANTASTICO SITO C'è ANCHE LA POSSIBILITA' DI PROVARE IL CODICE

link: http://critto.liceofoscarini.it/critto/php/vigenere.phtml

IL CIFRARIO DI CESARE











Svetonio nella Vita dei dodici Cesari racconta che Giulio Cesare usava per le sue corrispondenze riservate un codice di sostituzione molto semplice, nel quale la lettera chiara veniva sostituita dalla lettera che la segue di tre posti nell'alfabeto: la lettera A è sostituita dalla D, la B dalla E e così via fino alle ultime lettere che sono cifrate con le prime come nella tabella che segue (che fa riferimento all'odierno alfabeto internazionale).
Chiaro       a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z
Cifrato      D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z A B C
Prendendo come esempio la frase Auguri di buon compleanno si otterrà il seguente messaggio cifrato:
Chiaro  auguridibuoncompleanno
Cifrato  dxjxulglexrqfrpsohdqqr
Più in generale si dice codice di Cesare un codice nel quale la lettera del messaggio chiaro viene spostata di un numero fisso di posti, non necessariamente tre; un esempio è il codice che sempre secondo Svetonio era usato da Augusto, dove la A era sostituita dalla B, la B dalla C e così via.
Poiché l'alfabeto internazionale è composto da 26 caratteri sono possibili 26 codici di Cesare diversi dei quali uno (quello che comporta uno spostamento di zero posizioni) darà un cifrato uguale al messaggio chiaro iniziale.






Ho visto che ci hanno fatto pure un programma per "cifrature istantanee" vi do il Link: http://faraday.broker.freenet6.net/~poznanski/miscellanea/spadaro/2.html




E SE PROPRIO VOLETE...C'è ANCHE LA APP PER IL CELLULARE!!

Link: https://play.google.com/store/apps/details?id=cifrario.cesare&feature=search_result#?t=W251bGwsMSwxLDEsImNpZnJhcmlvLmNlc2FyZSJd


O DIRETTAMENTE DAL WEB basta dirgli di quanti careatteri si deve spostare!
http://resources.digitalspaghetti.net/pages/cesare.htm



domenica 18 marzo 2012

IL PELLICANO


IL PELLICANO NELLA SIMBOLOGIA


 


Il fatto che i pellicani adulti curvino il becco verso il petto per dare da mangiare ai loro piccoli i pesci che trasportano nella sacca, ha indotto all’errata credenza che i genitori si lacerino il torace per nutrire i pulcini col proprio sangue, fino a divenire “emblema di carità” (O. Wirth).
Il pellicano è divenuto pertanto il simbolo dell’abnegazione con cui si amano i figli. Per questa ragione l’iconografia cristiana ne ha fatto l’allegoria del supremo sacrificio di Cristo, salito sulla Croce e trafitto al costato da cui sgorgarono il sangue e l’acqua, fonte di vita per gli uomini.



Il pellicano alchemico 


Questo emblema è presente nell’iconografia alchemica: da un lato raffigura un genere di storta, ossia un recipiente nel quale veniva riposta la materia liquida per la distillazione, il cui “beccuccio” è piegato in direzione della cupola convessa; dall’altro costituisce un’immagine della “pietra filosofale” dispersa nel piombo allo stato fluido, nel quale si fonde al fine di determinare la trasmutazione del “vile metallo in oro”.
Questo volatile è quindi la metàfora dell’aspirazione non egoistica all’ascesa verso la purificazione, della generosità assoluta, "in mancanza della quale, nell'iniziazione, tutto resterebbe irrimediabilmente vano" (O. Wirth),
Alla luce di questo significato, il pellicano indica anche il grado di “Rosacroce” nella Massoneria di rito scozzese. I suoi membri definiti “Cavalieri di Rosacroce” nei sistemi più antichi erano chiamati anche “Cavalieri del Pellicano”
Il pellicano è una figura rappresentativa anche in altre culture, infatti i musulmani considerano lo stesso un uccello sacro poiché, come narra una loro leggenda, allorché i costruttori della Ka’ba dovettero interrompere i lavori per mancanza d'acqua, stormi di pellicani avrebbero trasportato nelle loro borse naturali l'acqua occorrente a consentire il completamento dell'importante costruzione sacra.


fonte: http://www.ilsoffioultrafanico.net/pag12_pellicano.htm


SIMBOLISMO ANIMALE: http://www.duepassinelmistero.com/animali_e_alchimia.htm


IL CADUCEO





Il caduceo è uno dei simboli più antichi della storia della civiltà umana: rappresentazioni del caduceo sono state ritrovate in una coppa appartenuta al re mesopotamico Guda, sovrano della città diLagash. Tra i babilonesi il caduceo era la prerogativa del dio Mindzida. 












 


Il caduceo era un simbolo del commercio ed è associato con il dio greco Hermes (Ermete-Mercurio). Ordinariamente era un bastone di araldo, a volte con ali, con due nastri bianchi attaccati. I nastri col tempo diventarono serpenti in forma di otto.
Attualmente è spesso utilizzato scambievolmente con il Bastone di Asclepio, associando il caduceo con la medicina, specialmente negli Stati Uniti. Storicamente i due simboli ebbero significati distinti. Il simbolo è inoltre usato in Italia come emblema dell'Ordine dei Farmacisti.


Secondo alcuni autori, sia il bastone di Asclepio, con un serpente attorcigliato, sia il caduceo di Hermes, con due serpenti, deriverebbero da un antico metodo, ancora valido, di estrazione dai tessuti sottocutanei, per arrotolamento su un bastoncino, della femmina adulta di Dracunculus medinensis (elminta diffuso in molte regioni rurali dell'Africa e del Medio Oriente); l'operazione, che poteva durare giorni, doveva essere eseguita da medici molto esperti, perché il verme non si rompesse durante l'estrazione. Se succedeva, il verme moriva nel tessuto sottocutaneo e non si poteva più estrarre. 

Secondo la cultura Orientale il Caduceo illustra chiaramente il concetto base del Corpo Sottile. Le vorticose energie ascendenti dei serpenti producono un vortice di potenza che viene usato nel Tantra per la trasformazione personale. I due serpenti sono associati con le energie solari e lunari e rappresentano la parte destra e sinistra del corpo. Si intersecano tra di loro e attraversano in continuazione il Grande Fiume centrale 

L'esatto significato del caduceo rimane comunque non molto chiaro. Il caduceo era il bastone o lo scettro del dio greco Hermes (divenuto Mercurio per i Romani) che lo esibiva come simbolo per dirimere le liti. Per questo il caduceo veniva mostrato dagli araldi e dagli ambasciatori come simbolo della loro funzione mediatrice e come emblema della loro inviolabilità. Lo scettro, all'inizio un semplice bastone, aveva anche una valenza morale, poiché rappresentava la condotta onesta e al tempo stesso la salute fisica della persona. Hermes/Mercurio, in quanto messaggero degli dèi, era anche il mediatore della volontà divina presso gli uomini.
Prima che a Hermes/Mercurio, il bastone era stato emblema di Ermete Trismegisto, progenitore dell'arte magica egizia, e rappresentava la sintesi del sapere universale, dalla religione, alla medicina, alla morale, alla filosofia fino alle scienze e alla matematica.

La componente del caduceo è comunque duplice: da una parte il bastone, dall'altra il serpente. Dalla Bibbia sappiamo che il serpente possedeva una doppia valenza, aspetto ambiguo tra i valori simbolici di vita e morte, fecondità e tentazione. Mosè aveva un bastone con serafino in bronzo attorcigliato dotato di poteri tali da consentire di ridare vita ai moribondi. Nel libro dei Numeri è riportato che il popolo di Israele, per l'insofferenza a cibarsi di manna nel deserto, fu punito da Dio con il morso di serpenti velenosi. Dietro mediazione di Mosè, poi Dio stesso suggerì un rimedio: un serpente di rame da avvolgere attorno a un bastone: si sviluppa la prerogativa duplice del caduceo: il bastone inteso come mediatore e il bastone che salva dal male e dal pericolo ridonando al vita a chi era in procinto di perderla.



ANTIMONIO

ANTIMONIO

  

L'antimonio è l'elemento chimico di numero atomico 51. Il suo simbolo è Sb, dal latino stibium che significa bastoncino.
È un semimetallo che si presenta in quattro forme allotropiche diverse. La forma stabile ha un aspetto metallico bianco-azzurrognolo, le forme instabili hanno colore giallo o nero. Viene usato come agente antifiamma e per produrre vernici, smalti, ceramiche e gomme, nonché un'ampia gamma di leghe metaliche.


 

CARATTERISTICHE:

In quanto semimetallo, l'antimonio ha l'aspetto di un metallo, ma non ne ha il comportamento tipico chimico e fisico. Nella sua forma elementare è un solido bianco-argenteo dai riflessi azzurrognoli che possiede scarse conducibilità termica ed elettrica e che sublima a temperature relativamente basse. Reagisce con gli acidi ossidanti e con gli alogeni. L'antimonio e le sue leghe si espandono per raffreddamento.
Si stima che l'abbondanza dell'antimonio nella crosta terrestre sia compresa tra 0,2 e 0,5 ppm. L'antimonio è calcofilo, si accompagna spesso allozolfo, al tellurio ed alcuni metalli pesanti: piomborame e argento.
 

FONTE: wikipedia



L'Antimonio era un elemento essenziale per gli alchimisti, i quali praticavano questa scienza molto antica direttamente connessa al gorico. Di fatto, le cattedrali sono considerate il libro di pietra degli alchimisti. 




I due Leoni




L’immagine mostruosa centrale è la metafora del matrimonio dei contrari come la luna e il sole, l’acqua e il fuoco, lo zolfo e il mercurio, il Re e la Regina che nell’amplesso creeranno il nuovo essere. L’unica testa della figura deforme vomita il «bronzo dei filosofi», un «liquido dorato e vischioso» che simbolicamente raffigura il 
duenech (1) la materia nella fase della nigredo ancor prima della putrefactio. I due leoni uniti nella singola testa sono pure la raffigurazione dell’essereandrogino simbolo della perfetta integrazione.

Nota:
1)-‘Antimonio’, inteso come materia primordiale da cui l’addetto partiva per compiere l’opera. 


Fonte: http://www.duepassinelmistero.com/animali_e_alchimia.htm