“la fuori c’è il nostro sogno, stringiamo i denti e andiamocelo a prendere...”
Tre anni fa..
“venite qui..senza paura…mettetevi in cerchio una vicino all’altra, bè che dire io sarò il vostro mister, non sono molto bravo a parlare, non saprei neanche cosa raccontarvi di me, allora ho deciso di leggervi queste righe che a me hanno colpito particolarmente….”
È da qui che si inizia a ricostruire la storia di un uomo che in tre anni ha cambiato, cresciuto,maturato e riempito di soddisfazioni una squadra di ragazze tutte unite dal pallone.
Arrivò con l’aria un po’ buffa, il sorriso stampato in faccia, gli occhi che brillavano di gioia, in una giornata di sole ci riunì al centro del campo il primissimo giorno di allenamento.
Eravamo tutte li, chi si conosceva già e chi era per la prima volta entrata in un campo di calcio, tutte diverse ma tutte con un obbiettivo..correre dietro ad un pallone…rimanemmo li immobili ad ascoltare quell’uomo, che all’inizio con un po’ di paura, poi nel finale preso dall’emozione, lesse quelle poche righe..ma talmente profonde che a distanza di tre anni ancora sono rimaste impresse in me.
Giorno dopo giorno, mese dopo mese quella squadra sotto i suoi occhi cresceva, i risultati si facevano vedere, il campionato era sempre migliore, il secondo posto ormai fisso.
Fu così per due anni di fila, grazie a lui la primavera della Dinamo Ravenna riuscì per la prima volta per ben due anni di seguito a conquistare il posto agli ottavi di finale nel campionato nazionale.
Purtroppo tutte e due gli anni ci fermammo li, perché prima dal Milan e poi dalla grande Fiorentina, siamo state eliminate con onore.
Passano due anni…
arriva settembre, ragazze che smettono, altre che prendono strade diverse in nuove squadre, ci si presenta una sfida forse più grande di noi, una squadra totalmente rinnovata da nuovi innesti, tutte giovanissime, un allenatore sempre lui che vede sfumare due anni di lavoro e si trova costretto a ricominciare tutto da capo, ma non si arrende, crede e confida in noi e decide di intraprendere questo cammino che porterà grandi soddisfazioni e risultati inaspettati.
Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare.
Inizia così un nuovo anno, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita ci rendiamo sempre più conto che le difficoltà erano quelle che ben ci aspettavamo.
Si crea un legame indistruttibile tra noi ragazze, le vecchie che prendono a braccetto le nuove e percorrono insieme un cammino che sarà pieno di ostacoli, guidati da un grande allenatore.
Iniziano le difficoltà, tra infortuni, malattie, partite giocate in dieci, punti che sfumano via e quel secondo posto che purtroppo diventa sempre più lontano.
Il Ravenna entra in un tunnel buio, le partite perse di fila aumentano, il morale sempre più a terra.
Si arriva alla domenica, si scende in campo in dieci, ma non ci si arrende, si da il massimo, pallone dopo pallone, minuto dopo minuto, poi quando tutto sembra finito, speri di portarti a casa un bel pareggio che tutto sommato ce lo si meritava arriva la beffa finale,e si perde.
Si entra in spogliatoio piene di rabbia, sommersi dal rancore nei confronti di una società che non ti aiuta, la fatica che ti distrugge l’anima, quel risultato che non ti soddisfa e una voglia frenetica di riscattarti.
Insacchi la sconfitta e lavori duro tutta la settimana per ritornare in campo più forte di prima.
Purtroppo però il destino non ti aiuta, ti rendi conto che nelle vita non sempre le cose vanno come speri, arriva una trasferta amare, quella di Bologna che fa calare il sipario su un campionato difficile.
Si scende in campo sempre in dieci, l’unico obbiettivo vincere, dai il massimo,ma poi ti accorgi che ciò non basta, si va in spogliatoio e dalla bocca di quell’uomo che sorveglia su di noi, escono parole crude, piene di rabbia, che ti colpiscono l’orgoglio, che ti feriscono il cuore, che mai ti saresti aspettata. Torni in campo carico più che mai per dimostrare il contrario, ma poi tutto ciò non basta, ormai il risultato era scritto e ti tocca tornare a casa con una sconfitta pesante.
Pensi e ripensi a quelle parole, cerchi di ragionare sul perché ma poi ti basta un attimo per capire le ragioni di quel gesto. Quell’uomo che tanto ti aveva ferito, ci prende in cerchio, ci abbraccia e in poche parole ci dice che è fiero di noi.
Nei suoi occhi leggi il dispiacere di ciò che ha detto, capisci che ancora una volta è merito suo se dentro di noi bruciava la voglia di vincere, e si ricomincia da li, da quelle sconfitte, unite più che mai, noi e il nostro mister.
La vita purtroppo a volte ti mette di fronte a sfide che non avresti mai pensato di incontrare, difficoltà che diventano montagne insuperabili, dispiaceri che ti colpiscono il cuore ma per superare tutto ciò basta quella voglia giusta, quella spinta in più che ti permette di tornare a sorridere.
E ancora una volta l’abbiamo dimostrato, torniamo in campo a Cesenatico, ci portiamo dietro le ferite delle sconfitte precedenti, ma finalmente qualcosa di magico ci fa disputare una partita a dir poco indimenticabile.
E poi…è poi arriva una pugnalata forte che colpisce il cuore, che distrugge l’animo della squadra, un provvedimento che suona amaro, un esonero che mette la parola fine…e ti rendi conto che ora siamo rimaste solo noi…NOI contro TUTTI.
Eh si….quella frase simbolo della nostra unione, ora diventa importante come non mai…
“ti accorgi di quanto sia fondamentale e importante una persona, quando ormai non l’hai più vicina a te”….proprio così, colui che ci ha insegnato a calciare in un pallone, colui che ci ha sgridato quando abbiamo perso il controllo, colui che ci ha ripreso quando avevamo perso le staffe, colui che ci ha asciugato le lacrime quando, per via di dispiaceri sia sportivi che personali eravamo tristi, colui che ha gioito insieme a noi per le nostre vittorie, colui che ci ha fatto sorridere con il suo essere semplicemente speciale, colui che in tre anni ha lasciato qualcosa di indelebile in ognuna di noi…ora manca…
Anche se ormai questo percorso è quasi terminato, la sua presenza fino alla fine era fondamentale, ma il destino ha voluto che le nostre strade si separassero prima del dovuto.
Tutte le persone che sono passate o passeranno nella nostra vita sono importanti per la nostra crescita, perché tutti indistintamente ci lasciano qualcosa.
Alcune vengono archiviate per il troppo dolore che hanno scaturito in noi altre, invece, le conserviamo in un posticino particolare del nostro cuore e da li non le toglieremo mai , e una di queste persone è il nostro mister.
Non importa se quello che raggiunge la nostra mente e il nostro cuore non è sempre di nostro gradimento, la cosa più importante, sarà tutto quello che noi riusciremo a trarre dal loro insegnamento.
Ognuna di noi penso, che non riuscirà mai a trovare le parole giuste per ringraziarti per ciò che ci hai dato la possibilità di imparare da te, per ciò che ci hai insegnato, per ciò che ci hai trasmesso, per la grinta, la tenacia che hai fatto maturare in ognuna di noi.
Nulla avviene mai per caso, gli eventi, gli incontri hanno sempre una ragione, il destino ha voluto che tre anni fa tu incrociassi il cammino di ognuna di noi, e lasciassi qualcosa di incancellabile e profondo di cui andarne fieri.
Non bastano fiumi e fiumi di parole per descrivere questi momenti trascorsi insieme a te da tre anni a questa parte, non basta un cartellone, una frase, una cena per farti capire l’importanza che tu hai avuto per noi…a volte il silenzio vale più di mille parole..e allora ti basterà guardare negli occhi di ognuna di noi per capire che se ora sorridiamo alla vita è anche per merito tuo.
Grazie mister per tutto quello che hai fatto per noi….non potremo mai dimenticarti…
In 10 non molliamo
In 11 ce la giochiamo
E x quest’anno ti ringraziamo…
Chi ha paura…di quello che verrà?
NESSUNO
Le tue bimbe.
È con queste righe dell’ultimo striscione che ti abbiamo dedicato che voglio concludere questo poema, spero che tu abbia apprezzato il tutto.
Ti auguriamo tutto il meglio di questo mondo perché te lo meriti.
Un abbraccio
le tue bimbe
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