giovedì 31 luglio 2008

SACCONI SUI PRECARI

E senza emendamento sui precari per le Poste

un “buco” nei conti da 350 milioni l’anno












di Pietro Piovani





ROMA (31 luglio) - Un impiego alle Poste è tuttora un traguardo ambito da tanti italiani, ma ad alcuni non basta. Sono almeno 4-5 mila gli ex dipendenti con contratto a termine che, pur avendo avuto l’opportunità di un’assunzione sicura e definitiva, hanno scelto di andare avanti con la causa. Non si accontentano del posto di lavoro fisso, vogliono l’indennizzo: un risarcimento economico pari allo stipendio che avrebbero percepito se negli anni passati avessero sempre lavorato con contratto a tempo indeterminato.



Sono cifre grosse, decine di migliaia di euro a testa. Per Poste Italiane questa storia dei precari è una calamità che va avanti da anni, e che si fa sentire sui bilanci. Nel 2008, per esempio, la società prevede di spendere 350 milioni di euro come arretrati dovuti al contenzioso. La metà della somma ormai è già andata, come si legge nella semestrale approvata l’altroieri. L’emendamento del governo però consentirebbe all’azienda di recuperare almeno una parte dei soldi, e di risparmiare per gli anni a venire. In gioco, come si diceva, non sono tanto i posti di lavoro. I 5 mila ex-contrattisti di cui stiamo parlando avrebbero potuto aderire all’accordo raggiunto con i sindacati nel 2006 (come hanno fatto tanti altri): avrebbero così ottenuto l’ingresso in pianta stabile negli organici, a condizione di firmare la rinuncia ad altre pretese economiche. I 5 mila invece sono quelli che, avendo scelto di continuare con l’azione legale, hanno vinto la causa in primo grado.



Ora però è arrivata una nuova offerta, destinata sia ai 5 mila che hanno rifiutato la prima proposta sia ad altri 10 mila che non potevano rientrare nei termini di quell’accordo ma che nel frattempo hanno a loro volta vinto una causa di primo grado. A questi 15 mila, che già sono in servizio alle Poste in virtù di una sentenza, l’azienda dice: noi siamo disposti a non presentare ricorso in appello, se voi ci restituite l’indennizzo che vi abbiamo dovuto pagare per ordine del giudice. La restituzione può avvenire a rate spalmabili in un periodo che può durare anche quindici anni. I sindacati caldeggiano l’adesione all’accordo, che è stato firmato da tutte le principali sigle. Anche i manager di Poste Italiane sperano che aderiscano in tanti, l’assunzione degli ex-contrattisti non è un problema per un’impresa che ogni anno deve rimpiazzare 4-5 mila dipendenti andati in pensione. Ecco perché l’amministratore delegato Massimo Sarmi ha premuto tanto, sia sul governo sia sulla Confindustria, affinché venisse presentato il cosiddetto emendamento anti-precari, ribattezzato da qualcuno «emendamento salva Poste». Una norma che esclude un risarcimento maggiore di qualche mensilità di stipendio darebbe alla società la certezza (o quasi) di vincere il ricorso. Ed è chiaro che i 15 mila potenziali destinatari dell’ipotesi di conciliazione avrebbero a quel punto tutto l’interesse ad accettare la transazione.



Qualcuno, leggendo i giornali, ha temuto che l’emendamento cancellasse anche l’accordo con i sindacati: «È una notizia destituita di ogni fondamento» avverte Ciro Amicone della Uil. «Per chi aderirà all’intesa, la stabilizzazione è garantita. L’emendamento del governo, che non è assolutamente giusto chiamare “salva Poste”, non modifica una situazione che eravamo già riusciti a risolvere».


A perdere invece ogni diritto con l’approvazione del decreto sarebbero coloro che non hanno ancora vinto una sentenza di primo grado. È vero che i lavoratori in causa con le Poste sono perlopiù precari di vecchia data (in genere risalgono ancora all’epoca di Corrado Passera) ma l’esito positivo di molte vertenze ha convinto tantissimi altri a rivolgersi all’avvocato anche in tempi recenti. Intanto per tutti i 155 mila dipendenti di Poste Italiane sta per arrivare l’anticipo del premio di risultato 2008: sulla busta paga di settembre ci saranno in media 1.040 euro lorde a testa.


TRATTO DA:


 http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=8712&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=





 




 


Ma che casino che ha suscitato anche questa faccenda!


In Italia lo si sa la parola d'ordine è, sempre e comunque: "LAMENTARSI"


Allora per quello che ho potuto capire io di questa storia in sintesi la faccenda è andata cosi:




  • POSTE ITALIANE ha sbagliato a fare contratti mantenendo gli stessi contratti da ente pubblico quando invece ornai era una spa...



io la vedo così POSTE ha sbagliato ed è giusto che l'azinda paghi!



  • L'azineda in effetti ha perso in primo grado ed è stata obbligata a reintegrare i lavoratori... 


giustamente!



  • POSTE si è trovata di fronte persone che non solo volevano il posto di lavoro, ma ci volevano pure marciare sopra, chiedendo una barca di soldi.


qui la faccenda si complica... io trovo giusto lottare per il posto di lavoro, ma credo pure che: se si tira troppo la corda, poi si spezza



  • L'azienda si trova a dovere far fronte a cifre troppo alte ed è li li per portare i bilanci alla corte dei conti, che tradotto è BANCAROTTA




  • Viene fatto un accordo nel 2006 fra azienda e parti sociali che comporta:


DA PARTE DEL LAVORATORE la restituzione dei soldi (per un lavoro effettivamente non svolto) dato a titolo di indennizzo


DA PARTE DEL DATORE la garanzia del posto fisso, e l'impegno di non procedere oltre con le cause in tribunale.


Per me accettabile se uno vuole lavorare... MA:



  • Qualcuno ancora non è contento e si vuole tenere i soldi




  • L'azienda blocca tutti i trasferimenti di coloro che non hanno concilianto




  • Adesso per evitare il crack di Poste è intervenuto pure lo stato a sanare la faccenda.


 




 


Allora a sto punto, io non ci vedo molto di strano o di così scandaloso.


A questi lavoratori è stata data l'opportunità di un lavoro... ma la bramosia non gli ha fatto accettare l'accordo.


IN SINTESI


Allora quelli che hanno firmato quel cavolo d'accordo e hanno restituito i soldi, che sono i COGLIONI DI TURNO e gli altri sempre i soliti FURBI?


 


SAPETE CHE VI DICO... LA VOSTRA OCCASIONE L'AVETE AVUTA! ADESSO MO SO CAZZI VOSTRI!!!!




Comunque tranquilli da noi a PORTE ITALIANE problemi come questi non esistono.... anzi è una ditta in espansione e sempre alla ricerca di personale qualificato.


Ma per chi sgarra... altro che ricorsi: SPOTELLATE IN TESTA COME SE PIOVESSE!


 

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